“Il pranzo di Babette”

28/12/2012appetitosando

Sono certa che molti di voi conoscono questo titolo.
E’ un film del 1987 del regista danese Gabriel Axel, che ha trasposto in un lungometraggio l’omonimo racconto di Karen Blixen.
E’ un film che ha vinto numerosi premi tra i quali l’Oscar come Miglior Film Straniero.
E’ un film che mi piace tantissimo e in occasione di questo Natale mi è stato regalato in DVD da una amica carissima (che ha anche grande fiducia nelle mie doti culinarie… ehhhh, se non ci fossero le amiche…).
Se non lo avete mai visto (tra l’altro lo hanno dato in tv proprio la sera della vigilia di Natale!) vi consiglio di farlo.
Volete sapere cosa racconta?
Vi incollo la trama del film così come l’ho trovata in rete.
Ma la trama in sé non può soddisfare… è un film che va gustato e assaporato con calma come i prelibatissimi piatti preparati dalla protagonista.
🙂

Il Pranzo di Babette
.
Alla fine dell’ottocento in
un piccolo villaggio della Danimarca vivono
due anziane sorelle, di nome Martina e Filippa. Figlie di un pastore protestante, dopo la morte di quest’ultimo, hanno ereditato la guida della locale comunità
religiosa respingendo le proposte di matrimonio e continuando a vivere una vita
semplice e frugale, per aiutare i compaesani in difficoltà. Un giorno si
presenta alla loro porta, stremata, la parigina Babette
Hersant, sfuggita alla repressione della Comune di Parigi, durante la quale il
generale Galliffet le ha fatto uccidere il
figlio e il marito. Babette viene accolta dalle due anziane signorine grazie
alla lettera di Achille Papin, un vecchio corteggiatore di una delle due, e si
guadagna l’ospitalità facendo da governante e contribuendo all’attività di
beneficenza.
Dopo quattordici anni da
Parigi arriva a Babette una grossa vincita alla lotteria. Le due sorelle
pensano che Babette userà i soldi per tornare in Francia, ma lei chiede di
poter dedicare un pranzo alla memoria del pastore loro padre, nell’anniversario
del centenario della sua nascita. Martina e Filippa, anche se lusingate, vedono
il banchetto come una minaccia alla loro vita tranquilla. I dodici invitati
arrivano e con loro il generale Lorens Lowenhielm, in gioventù spasimante di
una delle sorelle, che capisce subito che quello sarà un pranzo speciale.
Aiutati dalla bontà del cibo,
dall’atmosfera e dall’amore con cui i piatti sono stati cucinati da Babette,
tutti diventano gioviali e felici. Mentre i ricordi passati riaffiorano,
arrivano le splendide quaglie en sarcophage. Il generale racconta
del Café Anglais di Parigi, dove cucinava uno chef donna che
avrebbe fatto poi perdere le proprie tracce, una persona che riusciva con la
sua cucina sublime a trasformare un banchetto «in una avventura amorosa». I
commensali, seguaci di una vita priva di piaceri, saranno letteralmente sedotti
ed inebriati dal pranzo che Babette – è proprio lei la cuoca del Café
Anglais, ma loro non lo sanno – ha voluto organizzare per poter nuovamente
esprimere il suo talento di artista.
Dirà il generale durante il
brindisi, che a quel pranzo «rettitudine e felicità si sono baciate». Babette,
per procurarsi gli ingredienti, le bevande, i cristalli e le stoviglie, senza
dirlo a nessuno ha speso tutto il suo denaro e, nuovamente povera, rimane in
Danimarca – del resto, in Francia non ha più nessuno – ma, come lei sottolinea
alle due sorelle quando tutti gli invitati sono andati via ignari della sua
identità, «
un artista non è mai povero».


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